domenica 28 dicembre 2008

Su, nel cielo qui nell'anima

Un’altra piccola stella è tornata in cielo.
Lungo e periglioso è stato il suo cammino, lacerate e tormentate le mani che sino al suo ricongiungimento con il firmamento, si sono prese cura di lei . Ora la sua luce illumina non solo la sua stanza, la sua casa…ora illumina tutti noi.. E le mani che l'hanno allevata con forza e amore, saranno ora rivolte a lei confortate dal fatto che sempre su di loro veglierà e che un’altra piccola stella ora ha ancora bisogno di carezze.
Piccola stella sorridi.

sabato 20 dicembre 2008

Oggi qualche foto ...



Due delle bellissime foto tratte dall'album del viaggio in India di Maurizio Serra, autore delle immagini.

domenica 14 dicembre 2008

Dissolvenze

Oggi c’è un timido sole in cielo, un sole che tenta di farsi spazio, con rispetto, tra le nuvole che imponenti e cariche hanno dominato in questi giorni come grandi imperatrici.
Decido di portare fuori il cane, anche lui ormai sfinito dalle lunghe piogge. Si affaccia dal cancello guardandosi intorno per accertarsi che non venga giù all’improvviso un altro diluvio universale. Poi tanta è la voglia di sgranchirsi le zampe che facendosi coraggio, mi segue per una lunga passeggiata.
Mentre cammino la mia attenzione cade sulla moltitudine di foglie che coprono la strada: sembra una enorme tavolozza di un pittore impazzito: macchie di giallo dissolte nel grigio dell’asfalto, la cui intensità di colore è direttamente proporzionale al momento della loro caduta a terra.
Sono le foglie che si dissolvono nell’asfalto, o è l’asfalto che le assorbe fino a distruggerle?
Dissolvenze…. Alle volte anche le persone che incontriamo sembrano come le foglie che cadono a terra. Inizialmente sono presenti, di un bel giallo - arancione definito, contrastanti con lo scuro del suolo, poi man mano che il tempo passa, perdono colore, si dissolvono fino a sparire…inspiegabilmente.

sabato 13 dicembre 2008

Regate...Regate...

Ancora regate rinviate, stavolta è il comitato organizzativo del campionato invernale di Anzio Nettuno che annulla le regate previste per domani a causa del maltempo, attraverso un puntuale comunicato stampa.
La stessa situazione si è verificata due settimane fa, in occasione della quarta giornata di regate.
Devo dire che apprezzo molto le iniziative del comitato e soprattutto la prontezza con cui aggiornano il sito internet sulle ultime notizie, permettendo a tutti gli equipaggi coinvolti nel campionato di organizzarsi per tempo, senza metterli inutilmente a rischio e soprattutto senza farli giungere sul campo di regata per poi annullare la competizione in corso.

Anche il comitato di regata di Fiumicino ha annullato la regata di domenica scorsa, 7 dicembre, non per condimeteo proibitive, ma per mancanza di vento...peccato perchè se non avessero posticipato la partenza di due ore, alle 12 invece che alle 10, sicuramente la regata si sarebbe portata a casa perchè il vento c'è stato fino alle 13 circa.
Anche se secondo me, la presenza in mare di molteplici e grandi tronchi , doveva essere un buon motivo per sospendere la regata o spostarne almeno il campo.

Per cui nelle acque laziali si tornerà a veleggiare ormai con l’Anno Nuovo, in occasione dell’inizio della seconda manche dei Campionati Invernali.
E mentre noi, velisti della domenica, ci riposiamo, i professionisti della Vela, quelli veri, della Volvo Ocean Race, riprendono il largo: infatti qualche ora fa è partita da Cochin, la terza tappa della regata forse più adrenalinica e tecnica dell’anno, che vedrà le imbarcazioni coinvolte dirigersi verso Singapore.
La seconda tappa si era conclusa con al comando Ericsson 4 del fuoriclasse Torben Grael, seguito da Telefonica Blue di Bouwe Bekking e Puma Ocean Race di Ken Read.
Al momento in cui scrivo, dopo una partenza leggermente attardata, al comando della flotta si è portata Puma, che solca il mare ad una velocità di circa 12 nodi, seguita da Team Russia di Andreas Hanakamp e Ericsson 4.
Buon Vento !

...Sono spettacolari queste barche...

















foto by Rick Tomlinson/Volvo Ocean Race

lunedì 1 dicembre 2008

Il tuo cappotto è rimasto qui

Il 28 Novembre di dieci anni fa lo ricordo come fosse oggi.

È freddo fuori, l’atmosfera sembra rarefatta e una nebbiolina densa rende tutto così bianco e ovattato, sembra di essere in un sogno, un senso di asfissia mi strige la gola non appena mi affaccio fuori dalla finestra.

Fa freddo, molto freddo.
In casa c’è molta confusione, io mi vesto di corsa, indosso un maglione viola scuro e dei pantaloni neri, presagio forse del risvolto triste e funesto della giornata, non so, oppure ho solo voglia di contrastare la bianchezza della giornata.

Fa freddo, ho fretta, devo andare a fare la prescrizione per prenderti in ospedale le bombole per l’ossigeno, ieri il dottore ha detto che forse potevano tornare utili. Vano tentativo di legarti ancora a questo mondo?
Io però sono contenta perché tu ieri sera, in barba a tanto tempo passato in uno stato vegetativo e in totale assenza di sentimenti, mi hai sorriso mentre ti imboccavo. Non succedeva da anni credo.
Le uniche smorfie che leggevo sul tuo viso erano di dolore per qualche medicazione forse troppo brutale o chissà per quale strana creatura che ormai abitava nella tua testa corrosa da un male tanto oscuro quanto spietato.
Ieri mi hai quasi preso la mano mentre ti facevo bere.

Esco di corsa, devo andare a ordinare questo ossigeno. Arrivo in ospedale, mi dicono anche che per te è stata assegnata l’infermiera per le tue piaghe, era ora penso. C’è molta gente.
Mi devo sbrigare perché stamattina quando sono uscita respiravi male, troppo, un rantolo terrificante, uno dietro l’altro, uno sempre più grande dell’altro, come l’onda che cresce sempre di più man mano che monta il mare, un rumore assordante tanto da spaccare la testa e strappare il cuore.
Rientro a casa, tua figlia mi apre la porta, non vedo il suo volto, sento solo la sua voce che mi dice quello che non volevo sentire.

Fa freddo ma io ho caldo: è il 28 novembre, 14 giorni dopo il tuo ottantaquattresimo compleanno, e tu te ne vai via dal tuo letto, dalla casa in cui hai vissuto gli ultimi anni della tua vita, da tua figlia e dai tuoi nipoti.
Sul tuo volto è tornato il sorriso di ieri sera.

Oggi sono dieci anni, nonna, che sei in giro per terra e per mare, tra le stelle e i fiori, e torni dentro me ogni volta che ne ho bisogno e che ho paura, e sento ancora sul tuo cappotto il tuo odore.

Fa freddo anche oggi nonna, ma metto il tuo cappotto e mi riscaldo.