Ho distrutto una casa.
Ho abbattuto i muri, ho graffiato via l’intonaco, ho martellato il pavimento.
Ho fatto una nuova casa da una vecchia casa.
Li giocavo quando ero piccola, li facevo i compiti mentre mia nonna cucinava, li guardavo fuori dalla finestra e sognavo il mio futuro.
Li disegnavo. Li raccoglievo e mangiavo i pinoli. Li giocavo fino a tardi la mattina nel lettone tra le bambole.
In quella casa mia madre è cresciuta, li è diventata donna e insegnante.
In quella casa mia madre ha dormito, ha collezionato foto di attori, ha tradotto le sue versioni di latino, ha preso i ceffoni dei genitori, ha sognato di amori romantici tra le pagine dei libri.
Quel Li non esiste più. I muri non sono più quelli, i colori sono cambiati, le luci hanno un calore diverso, le stanze sono altrove.
Ora quella casa è una casa nuova con un passato vecchio, tanto prezioso quanto presente. E un futuro, il mio.
Li c’è il mio disegno, la mia essenza, la mia precisione, la mia gioia, la mia fatica.
È rimasto l’odore. È rimasto l’odore della mia infanzia, l’odore di chi ama, l’odore che senti quando un abbraccio ti protegge. È la mia culla.
Era la casa dei miei nonni, era la casa di mia madre, ora è la mia casa. La mia nuova casa. Lo stesso terreno dove le mie radici si sono radicate e ora, forti più che mai, sono pronte a far germogliare nuovi fiori e nuovi frutti.
Ho abbattuto i muri, ho graffiato via l’intonaco, ho martellato il pavimento.
Ho fatto una nuova casa da una vecchia casa.
Li giocavo quando ero piccola, li facevo i compiti mentre mia nonna cucinava, li guardavo fuori dalla finestra e sognavo il mio futuro.
Li disegnavo. Li raccoglievo e mangiavo i pinoli. Li giocavo fino a tardi la mattina nel lettone tra le bambole.
In quella casa mia madre è cresciuta, li è diventata donna e insegnante.
In quella casa mia madre ha dormito, ha collezionato foto di attori, ha tradotto le sue versioni di latino, ha preso i ceffoni dei genitori, ha sognato di amori romantici tra le pagine dei libri.
Quel Li non esiste più. I muri non sono più quelli, i colori sono cambiati, le luci hanno un calore diverso, le stanze sono altrove.
Ora quella casa è una casa nuova con un passato vecchio, tanto prezioso quanto presente. E un futuro, il mio.
Li c’è il mio disegno, la mia essenza, la mia precisione, la mia gioia, la mia fatica.
È rimasto l’odore. È rimasto l’odore della mia infanzia, l’odore di chi ama, l’odore che senti quando un abbraccio ti protegge. È la mia culla.
Era la casa dei miei nonni, era la casa di mia madre, ora è la mia casa. La mia nuova casa. Lo stesso terreno dove le mie radici si sono radicate e ora, forti più che mai, sono pronte a far germogliare nuovi fiori e nuovi frutti.