Cosa volevo scrivere oggi?
Oggi volevo inizialmente esprimere qualche mia riflessione sul fenomeno direi mondiale e ormai onnipresente di FaceBook - essendone venuta in contatto da qualche settimana, poi la mia attenzione è stata catturata da due notizie contraddittorie che ho letto sul giornale, legate tra loro, secondo me, da una profonda tristezza e assurdità e indirettamente al fenomeno dei social network.
La prima notizia, tratta dalla Repubblica online riporta come titolo: Navigare in internet fa bene agli adolescenti, la seconda recita: Usa, suicida in diretta sul webin 1500 lo seguono in streaming.
Premetto che le mie riflessioni sono puramente a titolo personale, in quanto so ben poco sia a livello sociale che tecnico di fenomeni come FaceBook, My space, Twitter o Friendfeed. E direi per fortuna.
Nella mia mente c’è al momento molta confusione al riguardo, mi compaiono davanti gli occhi come fossero immagini rubate da un caleidoscopio screenshots dei post di FaceBook, le sue applicazioni con cui giocare, i colori di MySpace e i video di Youtube, giovanissimi sdraiati nelle loro camere chiuse che navigano su internet e partecipano ai social network più in voga, oppure che postano agli amici tramite telefonino dove sono e cosa fanno, bit che viaggiano da una casa all’altra, cavi di rete che pulsano sotto terra o reti wireless che vibrano in aria e trasmettono sentimenti, paure, gioie e morte, si anche la morte! E persone che non parlano più, che riducono al minimo indispensabile il contatto umano.
Forse è meglio che faccia un po’ di ordine…Allora parto dalla prima notizia citata :" (...)Contrordine: internet agli adolescenti fa bene. Al contrario di quanto comunemente si creda, passare molto tempo davanti al computer navigando in rete è per i ragazzi una risorsa e non un pericolo, tanto meno una perdita di tempo. E' la conclusione di un lungo e approfondito studio condotto dalla MacArthur Foundation, una fondazione indipendente americana. "
E cosa guadagnerebbero i giovanissimi di oggi a passare i loro pomeriggi navingando, mi chiedo…ecco pronta la risposta:"(...) E' proprio online che gli adolescenti "acquisiscono gli strumenti tecnologici e le capacità necessarie nel mondo contemporaneo" secondo l'autrice dello studio, Mimi Ito, docente presso l'Università della California, che sottolinea: "Potrebbe essere u"na sorpresa per i genitori apprendere che per i loro figli stare online non è una perdita di tempo" ma un momento essenziale di apprendimento e sviluppo, si legge sul sito web della Bbc."
Inutile riportare la mia esclamazione che sinceramente non è stata solo di stupore ma anche di rabbia… Si può dire una cosa del genere? Si possono crescere dei ragazzi davanti al PC? Poi ci lamentiamo che non sono capaci di relazionarsi all’altro, che sono problematici, violenti. Ma se non si abituano a convivere con le altre persone, a toccarle, a vederle, come possono crescere? Cosa potranno mai imparare da soli, navigando su internet, più dello stare con gli amici in piazza, di uscire e conoscere il mondo? I colori della natura, i rumori della città? Imparano le tecnologie? Il mondo contemporaneo? Ma fatemi il piacere. c’è la scuola per queste cose, miriadi di corsi ad hoc. Qui stiamo assistendo al processo inverso dell’elaboratore Hal 9000 del film Odissea nella spazio 2001! Ve lo ricordate? Che prima di essere spento confessava al suo tecnico che aveva paura, si era umanizzato, noi invece stiamo diventando macchine, aridi, incapaci tra qualche tempo anche di parlare a voce tra noi, preferendo interloquire tramite PC.
Io non dico di negare internet ai ragazzi, per carità, ma insegniamo ai nostri figli che oltre internet c’è altro nella vita e che le persone si relazionano e vivono in comunità reali e non virtuali. Legato a questo discorso riporto l’altra notizia che mi ha sconvolto, un giovane di 19 anni che si suicida online trasmettendo dalla famosa e seguitissima Justin Tv, facendosi vedere da tutti i suoi amici virtuali via web mentre ingeriva dei farmaci. All'inizio tutti pensavano fosse una finzione, per questo non si erano spaventati, fino a quando un ragazzo, insospettito dall'immobilità prolungata dell'amico virtuale, ha chiamato la polizia.
Leggendo l’articolo più o meno viene detto il motivo di tale atto, ingiustificabile su tutti i fronti, ma quello che mi ha colpito di più è la solitudine che probabilmente circondava questo ragazzo. La mania di protagonismo che spinge molte persone a raccontarsi via web, a comunicare il proprio stato, sicuramente ha giocato un ruolo determinante perché non era scritto da nessuna parte che dovesse accendere la webcam mentre si suicidava. Tuttavia dietro questo gesto non ci leggete anche un estremo grido di aiuto? Di contatto reale? E una profonda solitudine?
Non dobbiamo temere che i nostri figli passino ore su internet poi però sempre più frequentemente leggiamo di ragazzi che si suicidano online o compiono gesti atroci online affinché la comunità virtuale li possa vedere!
Non è mia intenzione spiegare la psicologia che si cela dietro tali azioni anche perché non ne sono capace, ma ho paura, ho paura di come possa evolvere la mente umana in tali circostanze. A me questi social network cominciano a spaventare davvero, soprattutto mi spaventa il fatto che non si è capaci alle volte di gestirli e se ne diventa quasi dipendenti, una sorta di nuova droga che non offusca la mente e il corpo ma i rapporti interpersonali perché da una parte è una finestra sul mondo, dall‘altra è un modo per non mettersi in gioco direttamente, un farsi leggere ma nello stesso tempo un proteggersi dalla presenza fisica dell'altro.
Deleghiamo…ecco cosa facciamo.. deleghiamo a internet l’educazione dei nostri figli, facendone degli stupidi o degli esaltati, e deleghiamo il contatto umano al monitor e alla tastiera perché più facile, meno compromettente, meno pericoloso e impegnativo che affrontare l'altro dal vivo. E inoltre il PC ci protegge, perchè possiamo "virtualizzarci", diventari altri, darci un tono, costruisrci una vita parallela spesso più interessante di quella vera.... Di questo passo chissà dove andremo a finire....
2 commenti:
Internet, o la "rete libera", è l'unica cosa che può salvarci da un appiattimento culturale e da un instupidimento pilotato.
L'alternativa ad un pomeriggio passato al PC non è sempre una partita a pallone: sempre più spesso è un pomeriggio intero passato davanti al televisore, a "subire" roba che nessuno di noi sceglie, ma qualcun altro sceglie per noi.
La ricerca della verità, della fonte di una notizia, dell'origine di un fenomeno è un percorso culturale, non una perdita di tempo. E non è una cosa che a scuola ti insegano.
mmmh...io non mi riferivo ad adulti che hanno studiato per loro fortuna, che lavorano, che sanno discernere il giusto o lo sbagliato, che hanno avuto alle spalle famiglie che li hanno educati. Io sono in grado di cogliere da internet il meglio e lo faccio perchè è una finestra sul mondo, sono in grado di ricercare la verità, perchè ho un passato, o vogliamo usare il termine background culturale che mi permette di farlo. Qui si pone l'attenzione a dei ragazzini che non hanno alternative a internet, che vivono la loro vita sul web, perennemente online...che spesso sono abbandonati a se stessi, che ricercano online quello che la vita reale non gli dà. Il mio non è un giudizio su internet, ma su come le persone lo usino e come non venga insegnato ma subito...Tu pensi davvero internet sia l'unica cosa che possa salvarci da un appiattimanto culturale e instupidamento pilotato? Questa riflessione merita un post adeguato .... :-) Forse tu confondi l'uso maturo che tu laureato, trentenne, culturalmente in grado di scegliere ciò che è meglio per te, con l'uso spesso ingestito di internet di ragazzini sempre più assettati di protagonismo e attenzione, che più che ricercare la verità o la fonte culturale di una notizia, sfidano se stessi e gli amici a chi è più coraggioso, forte e 'figo' online ...Attenzione
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